Blasone
SAN LEOLUCA ABATE
IL PATRONO DI VIBO VALENTIA
Nacque a Corleone, intorno all' 815-818, alla vigilia dell'invasione saracena della Sicilia. Al battesimo, i genitori gli imposero il nome di Leone. Cresciuto in seno ad una agiata famiglia di possidenti, ricevette una buona formazione religiosa e civile. Rimasto orfano ancor giovinetto, Leone dovette dedicarsi alla gestione del suo patrimonio e alla sorveglianza dei suoi armenti.
Nella solitudine dei campi e nella contemplazione della natura, sentì nel suo cuore la chiamata del Signore. Ormai ventenne, Leone vendette tutti i suoi averi, distribuendo il ricavato ai poveri del paese. Quindi lasciò Corleone e si ritirò nel monastero basiliano di San Filippo d'Agira, in territorio di Enna, dove si fermò per un breve periodo. Quindi, avendo intenzione di condurre vita eremitica, passò in Calabria. Prima però volle sciogliere un voto fatto alla partenza da Corleone, recandosi a Roma pellegrino, per visitare la tomba dei santi apostoli Pietro e Paolo.
Ritornato in Calabria, chiese di essere accolto nel monastero basiliano di Santa Maria di Vena, presso l'attuale Vibo Valentia, dove l'abate Cristoforo gli impose il nome di Luca. Qui condusse una vita esemplare ed austera, fatta di umiltà e di obbedienza, non cessando mai di pregare e digiunare. Alla morte di frate Cristoforo, gli fu affidata la guida della comunità, divenendone abate. Sotto la sua guida la comunità si accrebbe sempre di più; fabbricò altri conventi, adunando sotto la sua personale disciplina circa cento frati.
L'elevatezza del suo sentimento religioso, la fama della sua santità e la vigoria fattiva del suo spirito si diffusero in tutta la regione, dando un impulso non indifferente al rinnovamento della sua nuova patria, la Calabria; a lui accorrevano quanti erano nel bisogno dello spirito e del corpo, ottenendo per mezzo della sua preghiera, grazie e guarigioni. Aveva toccato già gli ottanta anni di vita monastica ed i cento di età, quando prevedendo "con lume profetico" il giorno della sua morte, fece chiamare attorno a sé tutti i frati. Fatto accostare al suo giaciglio il monaco Teodoro, alla presenza del sacerdote Eutimio, lo nominò suo successore.
Dopo avere passato la notte in preghiera e nel digiuno, il mattino seguente, come se nessun acciacco lo affliggesse, appoggiandosi al suo nodoso bastone, si portò nella chiesa del convento. Qui circondato da tutti i frati, assistette alla santa messa, ricevendo la SS. Eucaristica come viatico.
Verso mezzogiorno, fra le lacrime e le preghiere dei confratelli, la sua anima, carica di meriti dinanzi a Dio ed agli uomini, venne accolta nella casa del Padre. Era il primo di Marzo dell'Anno 915.
Appena spirato, un inteso profumo di viole si diffuse per ogni angolo del convento ed il suo volto divenne splendido e radioso; lo stesso profumo si sentì per molto tempo ancora attorno alla sua tomba.
Intanto, un giovane frate, da parecchio tempo afflitto da febbre perniciosa, pur barcollando, si accostò al corpo esanime del vecchio abate e, nel baciarne il santo volto, fu istantaneamente guarito: iniziò così la lunga serie di fatti straordinari, avvenuti dopo la morte, per sua intercessione.
Il suo corpo, dopo il sincero compianto dei suoi figli spirituali e di tutto il popolo accorso per venerare le sante spoglie, venne sepolto accanto alla chiesa di santa Maria Maggiore o ad Nives
di Monteleone, nel luogo dove ancora esisteva la cella del convento, in cui ottanta anni prima era stato accolto. Per molto tempo ancora quella tomba divenne meta di devoti e pellegrini. Su quel luogo, oggi, sorge il Duomo di Vibo Valentia, dedicato alla Vergine Santissima e a san Leoluca.
L'abate Luca, in vita era considerato un uomo dalle eccezionali virtù, subito dopo la morte, a gran voce, venne proclamato Santo, prima da tutto il popolo calabro e poi dalla Chiesa Universale.
Per più di due secoli ancora, venne invocato con il nome di Luca ma, alla fine del XII secolo, le chiese di Calabria e di Sicilia, al fine di non confondere il nostro Santo con altri santi ed abati basiliani dello stesso nome, vollero unire il nome di religione Luca con quello di battesimo Leone e così venne chiamato san Leoluca.