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Teatro Festival Calabria Magna Graecia - Stagione Teatrale 2012

Data Evento: 

29-07-2012
12:00 am

Teatro Festival Calabria Magna Graecia - Stagione Teatrale 2012
Festival Magna Graecia Castello Svevo

Nel 1070, Ruggero il Normanno fece costruire una torre in posizione strategica per il controllo del territorio. In questo periodo cominciò a formarsi il borgo che in età sveva è conosciuto col nome "borgo nuovo" e che rappresenta il nucleo primitivo della città medievale. Gli Svevi, succeduti ai Normanni con Federico II, diedero nuovo impulso ai lavori di fortificazione, aggiungendo altre strutture all'edificio che cominciò così ad assumere l’aspetto del Castello. Alla fine del XIII secolo, sotto gli Angioini, fu rafforzato il sistema difensivo. A questo periodo è da ricondurre la costruzione di una cisterna e della chiesa intitolata a S. Michele, di cui restano visibili i ruderi dell'abside. Ulteriori rifacimenti furono apportati all'edificio in età aragonese e sotto il dominio dei Pignatelli, nel XVI secolo; di questo casato resta lo stemma sul portone dell'ingresso centrale. Sottoposto a varie campagne di restauro, l’edificio, ora di proprietà dello Stato, ospita il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”.

Il Calendario del "Magna Graecia Teatro Festival 2012" a Vibo Valentia

Data Titolo Sede
29 07 2012 Edgar Allan Poe - Racconto di un uomo Castello Normanno-Svevo Vibo Valentia
07 08 2012 Italianesi Castello Normanno-Svevo Vibo Valentia
30 08 2012 Il mare dove nascono i miti Castello Normanno-Svevo Vibo Valentia
05 09 2012 Intraterrae Castello Normanno-Svevo Vibo Valentia
07 09 2012 Spassiunatamente Castello Normanno-Svevo Vibo Valentia

I biglietti si potranno acquistare direttamente al botteghino presso il "Castello" al costo di € 5,00

 

 


Evento teatrale presso il Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia - 29 07 2012

L'Isola Ritrovata

Pino Insegno - Edgar Allan Poe - Racconto di un Uomo, Dal profondo nord un racconto per il mio sud
Regia di Alessandro Prete
Con: Alessia Navarro, Andrea Murchio e sei danzatori

I diversi linguaggi messi in scena: prosa, musical, danza, poesia e visualizzazioni multimediali, danno allo spettacolo il sapore di un Gotico Rock unito ad un linguaggio multimediale; musiche, balli, prosa e poesia sono contornati da un linguaggio futuristico.

Pino Insegno I personaggi si muovono e parlano all'interno di un paesaggio mistico gotico antico, caratterizzato da un effetto tridimensionale del palco che lascia spazio ad un'atmosfera altamente innovativa. I personaggi entrano ed escono da varie dimensioni, dalla paura e l'angoscia si passa al romanticismo, dall'antica arte della danza alla musica più innovativa e tecnologica, da un quadro antico statico ad immagini dinamiche e realistiche, nonché cinematografiche, di assassinii che sembrano accadere in diretta, da personaggi reali a sogni e fantasmi. La storia sarà raccontata seguendo le gesta del suo protagonista, ma i colpi di scena faranno in modo che lo spettatore sarà proiettato in una dimensione in cui si fondono la percezione del passato, la verità del presente e il desiderio di un "futuro" ...

Come con l'illustre precedente dell'Edipo della tragedia greca, impegnato a risolvere due quesiti della sfinge, anche qui si tracciano i confini che alludono a due temi immensi: l'uomo; il giorno e la notte. La storia racconta l'ossessione di Poe per la sua amata Eleonora. Come nel Teatro Greco vi sono parti miste: dialogo tra attori e corpo di ballo, monologo degli attori, dialogo degli attori con il personaggio muto della scenografia multimediale. Nel suo complesso dunque la tragedia messa in scena è uno spettacolo eterogeneo composto da parti recitate, danzate e accompagnate da musiche moderne, che sorprendono il pubblico e lo conducono, attraverso emozioni intense e crescenti, al palpito dell'inesorabile fine nefasta dei personaggi.

Il palco si trasformerà in un sottoscala di un castello, le quinte ed il fondale saranno sostituiti da velatini di tulle, in cui inizialmente saranno proiettati dei quadri ed in seguito scene rappresentanti l'amore, la morte e l'ossessione che imprigionano i sentimenti contraddittori del protagonista. Il corpo di ballo rappresenta il coro che sottolinea gli aspetti psicologici dei due protagonisti, talvolta facendo da controcanto, altre volte assumendo un ruolo più preciso all'interno della storia. E' proprio il costante richiamo alla tragedia greca che conferisce allo spettacolo quella vasta gamma di significati che vanno dal mirabile al mostruoso, dalla magia dell'amore che lega Poe ad Eleonora alla follia che lo conduce ad ucciderla ferocemente. La tragedia messa in scena riconduce alla contradditorietà che ha sempre caratterizzato il teatro greco, viene così rappresentato il destino tragico dell'uomo ma anche la sua coscienza, la sua piccolezza e la sua grandezza.

La tragedia greca è un fenomeno di tale importanza e di tale complessità che tuttora pone di fronte ad una riflessione pressoché inesauribile. Essa rimane tuttora al centro dell'attenzione della critica e della filologia tanto da risultare estremamente e sorprendentemente attuale nella nostra epoca.

Essendo lo spettacolo costruito con più linguaggi artistici, mi è sembrato adeguato adottare una costruzione registica che vorrebbe proporre quasi completamente la struttura della tragedia greca. Così come considero interessante il connubio tra la modernità di Poe e la tragedia greca.

"Poe che racconta la tragedia greca e la tragedia greca che racconta Poe”.

 


Evento teatrale presso il Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia - 07 08 2012

 

Italianesi

 

  • Scena Verticale con il sostegno di MIBAC - Regione Calabria
  • Saverio La Ruina - Italianesi
  • musiche originali eseguite dal vivo Roberto Cherillo
  • disegno luci Dario De Luca
  • direzione tecnica Gaetano Bonofiglio
  • organizzazione Settimio Pisano

Produzione originale al Debutto in Calabria per Magna Graecia Teatro Festival 2012

Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case.

Saverio La Ruina Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l'avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni. Con l'accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant'anni, dimenticati.

Come “il nostro" che vi nasce nel 1951 e vive quarant'anni nel mito del padre e dell'Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime.

Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia.

Ispirato a storie vere. La prima stesura del testo è giunta nella cinquina dei finalisti al Premio Riccione per il Teatro 2011.

 


Evento teatrale presso il Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia - 30 08 20

Cooperativa Teatro Ghione
Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo - Il Mare dove nascono i Miti
da Giuseppe Berto, Corrado Alvaro e altri
regia di Edoardo Siravo

Produzione originale PER Magna Graecia Teatro Festival 2012

Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo - Il Mare dove nascono i Miti

Ora io non ho paese né luogo al mondo ho solo questa terra dei suoi racconti e della mia memoria". Ed è proprio dai racconti e dalle memorie della Calabria che parte il viaggio di Edoardo Siravo e Vanessa Gravina, sul mare dal quale sono nati i miti, come in un suo famoso libro dice Giuseppe Berto. Un viaggio che dalle coste calabre tocca l'interno della regione, per poi compiersi verso gli "altri Sud" del mondo e dell'umanità, giungendo alla poesia del Brasile e del Sud America, passando prima per gli autori Arabi e Africani, con i quali, scopriranno gli spettatori, la Calabria ha molto in comune.

Musica e danza accompagneranno il viaggio attraverso i "profondi Sud", sempre anelando a un "altrove" che pare più ricco e felice della terra natia, dalla quale, inesorabilmente, anche se si parte, non ci si può staccare mai.

Edoardo Siravo e Vanessa Gravina daranno corpo e voce agli uomini e alle donne che per necessità o per virtù hanno narrato le proprie terre, con passione e rabbia, con desiderio e rimpianto, ma sempre e solo per amore.

 


Evento teatrale presso il  Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia - 05 09 2012                                        

Marocco Music S.a.s.

Intraterrae di Pier Paolo Polcari con:

  • P. P. Polcari
  • Marina Mulopulos
  • Marzouk Mejiri
  • Massimo Ferrante
  • Salvatore Cantalupo

Produzione originale per Magna Graecia Teatro Festival 2012

Intraterrae

Suoni e memorie del passato che interagiscono col dub e l’elettronica. Il progetto “Intraterrae” ruota intorno a questa idea di far confluire la moderna società dell'elettronica con la musica, i racconti e la poesia della cultura contadina del Sud del Mediterraneo, creando uno spettacolo intenso dove alle suggestioni delle interazioni sonore, si aggiungono quelle dei testi recitati e delle immagini proiettate. Un lavoro ispirato al nuovo disco da solista di Pier Paolo Polcari, colonna portante degli Almamegretta, che pudicamente mette a nudo le radici della sua anima migrante. Radici che si sono nutrite non solo della lezione autentica dei maestri cantori del sud Italia come Giovanni Coffarelli ma che sembrano attingere anche da quel Carlo Levi pittore e scrittore di ‘Cristo si è fermato ad Eboli’ fino ad arrivare alla scrittura poetica e dolente di Franco Arminio.

Un viaggio nella tradizione musicale e letteraria passata e contemporanea dal quale scaturisce una cartolina sonora su cui tracciare microframmenti di quotidiano di chi resta e chi parte, frammenti a volte recitati dall'attore Salvatore Cantalupo (tratti dall’opera di poeti e scrittori come Ibico, Ignazio Butitta, Rocco Scotellaro, Franco Costabile, Franco Arminio) altre volte cantati e raccontati dalla cantante greca Marina Mulopulos, dal percussionista e cantante tunisino Marzouk Mejiri e da Massimo Ferrante, noto cantore della tradizione calabrese, da cui riaffiorano le storie di un Sud dolente ma vivo e ricco di umanità e poesia, dove i figli, con i ritmi di oggi, ripetono le storie ascoltate dai padri e dai nonni, figli costretti ancora a emigrare alla ricerca di un futuro.

 


Evento teatrale presso il  Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia - 07 09 2012

Big Fish S.r.l.
Peppe Servillo e I Solis String Quartet - Spassiunatamente

  • Peppe Servillo voce
  • Vincenzo Di Donna violino
  • Luigi De Maio violino
  • Gerardo Morrone viola
  • Antonio Di Francia cello

Il concerto è uno straordinario omaggio alla cultura e alla canzone classica napoletana.

 

Peppe Servillo

L'incontro tra questi straordinari artisti, tutti di chiara origine campana, ha dato vita ad un inedito concerto dove l'arte e lo spessore di Peppe Servillo si fondono con la maestria e la visione degli archi del Solis, rendendo questo evento unico nel suo genere, e grazie a questi magnifici artisti fa sì che attraverso una lettura raffinata e popolare di un repertorio di classici che vanno da Raffaele Viviani a Renato Carosone, si racconti una Napoli non oleografica ma bensì una città che è stata ed è a pieno titolo una autentica capitale culturale europea.

La caratteristica unica che lo spettacolo porta, è la rilettura dei classici utilizzando solo un quartetto d'archi e voce. Questa formula e questa scelta artistica ben precisa, spogliano di tutti gli orpelli questi capolavori rendendoli assolutamente eleganti e raffinati senza perdere quella forza e quell'incisività che ne hanno decretato il successo planetario.

"Spassiunatamente" è senza dubbio un evento imperdibile e restituisce alla canzone napoletana quell'ambiente musicale e vocale di rara bellezza e gusto.